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Trento, 11 gennaio 2004
BOATO: «KESSLER? ASCOLTO PIU’CIAMPI»
Il deputato gelido col collega: «provi lui a stare 7 anni in cella, innocente»
Intervista a Marco Boato del Trentino, pubblicata l'11 gennaio 2004.

«Con tutto il rispetto per Kessler, sulla grazia a Sofri ritengo un po’ più autorevole il Capo dello Stato». A Marco Boato non è piaciuta la presa di posizione del deputato diessino contro la sua proposta di legge «Rispetto le opinioni diverse dalle mie – commenta il deputato dei Verdi – ma l’ho trovata un’uscita spiacevole: io non polemizzo mai con i miei colleghi dell’Ulivo».

Kessler definisce la sua proposta «ingiusta e antidemocratica». Una risposta gliela deve.
Trovo assolutamente infondato quello che dice Kessler, e cioè che la maggior parte dei costituzionalisti sostenga che il potere di grazia deve essere condiviso dal presidente della Repubblica con il governo. La stragrande maggioranza dei giuristi – buoni ultimi, Amato Manzella, Ainis, Grevi – è dell’opinione che sia un potere esclusivamente presidenziale. Cosa che paradossalmente è riconoscibile dal governo nella relazione al disegno di legge di riforma della Costituzione, dove si dice che la grazia, come i messaggi alle Camere, la nomina dei giudici della Corte costituzionale o dei senatori a vita, fa parte del potere «formalmente e sostanzialmente presidenziali».

Dunque si tratta di esplicitare quello che nella Costituzione è già implicito?
No, è già esplicito. Si tratta solo di correggere le leggi e la prassi che in 50 anni hanno espropriato il presidente della Repubblica di un suo potere preciso. Pensate che il messaggio con cui Ciampi ha rinviato alle Camere la legge Gasparri porta la controfirma dello stesso Gasparri. E’ la riprova che la controfirma è meramente formale.

Kessler fa notare che il Quirinale non è politicamente responsabile.
Non lo è nemmeno per la nomina dei 5 senatori a vita che potrebbero spostare la maggioranza a Palazzo Madama. Kessler parla di ancien regime, io gli ricordo che il Capo dello Stato è eletto a Camere riunite con l’aggiunta dei delegati regionali.

Il suo collega ribadisce anche: legge “ad personam”.
Parte dal caso-Sofri, non c’è ombra di dubbio, ma riguarda in generale i poteri del presidente della Repubblica in materia di concessione della grazia. Legge ad officium, dunque, e non ad personam. Se così non fosse – e questo Kessler lo dimentica – non si capirebbe come mai il 30 dicembre sia stato il Capo dello Stato a prendere l’iniziativa, telefonando al presidente della Camera, per informarsi sull’iter della proposta e dunque per sollecitarne implicitamente l’approvazione.

Per Kessler la proposta non è «neanche tanto di sinistra».
Obiezione inconsistente: se faccio una legge per attuare la Costituzione, non guardo se è di sinistra o di destra ma se rispetta la Costituzione. Aggiungo che la proposta è stata firmata anche da Anna Finocchiaro, responsabile giustizia dei Ds, e dai colleghi Soda e Siniscalchi, sempre della Quercia.

Kessler obietta ancora: perché l’Ulivo deve togliere le castagne dal fuoco alla Casa delle libertà?
Al Senato hanno già provato a sfiduciare Castelli: mozione respinta. Per la grazia a Sofri c’è una sola alternativa alla mia proposta: che Ciampi sollevi conflitto di attribuzioni alla Consulta. Cosa che Ciampi non vorrebbe fare.

Nel merito, Kessler ritiene che la grazia a Sofri non sia un problema della classe politica.
Provi lui a stare 7 ani in carcere ritenendosi innocente. Una volta Kessler disse che avrebbe voluto piuttosto la grazia per un carcerato qualunque. Mi piacerebbe sapere se si è attivato per lui.

 

  Marco Boato

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